Borgo Rossini stories
Il quartiere si racconta attraverso le voci delle personeBambina, adolescente e donna
di Maria Sammartino
Era il 1960. La mia famiglia, dal sud, si trasferì al nord, a Torino, quando avevo circa 3 anni. La nostra prima abitazione fu in via Monferrato, dove ricordo le corse con altre amichette al Monte dei Cappuccini. A quell’epoca si poteva uscire e correre anche se piccole, non si percepivano i pericoli di oggi.
Pochi anni dopo ci trasferimmo in via Pisa (non ricordo il numero civico, mi pare fosse il 49). C’erano questi piccoli appartamenti con entrata dal ballatoio e al quinto piano abitavamo noi. Qui, però, non sentivo molto il disagio degli spazi piccoli, era come vivere in un piccolo paese. Gli abitanti erano per lo più meridionali e noi bambine eravamo sorvegliate da chiunque, anche da chi non si conosceva. Era come avere una specie di protezione. Iniziò così questa mia seconda avventura.
Fare amicizia era molto semplice. Ricordo il cortile dove si poteva giocare, la scuola “Lessona”, anche la chiesa in corso Regina Margherita con l’oratorio in via Pisa, dove ora c’è un asilo. L’oratorio era un bellissimo svago, ricordo ancora le suore e con molto affetto Suor Carmela, che a tutti i costi cercava di convincermi a farmi suora. Poi c’era un’altra suora che ci preparava sempre la merenda. Le ricordo tutte, tranne i nomi di alcune. Ma in oratorio non si giocava soltanto, si organizzavano delle recite, si cantava, tant’è che io divenni una corista.
Nel frattempo, tutto intorno, la vita proseguiva, sentivamo che accadevano, ogni tanto, dei fatti spiacevoli, ma a noi ragazzine non interessava molto. La mia adolescenza iniziò e nel frattempo cambiammo ancora appartamento, per spostarci in corso regio Parco 24, al primo piano. Lì, ad esempio, ricordo la pasticceria Raspino, sempre molto gentili, i profumi salivano per tutto il condominio. E poi, sempre in corso Regio Parco, c’era una pizzeria che faceva una farinata buonissima.
Sempre in quartiere arrivarono i miei primi lavori. In via Catania c’era una merceria dove facevo la commessa, accanto alla torrefazione dove servivano un tè che amavo. Insomma sono cresciuta in quella zona. Bambina, adolescente e donna. Forse è per questo che ancora oggi ricordo tutto con grande affetto e nostalgia, anche perché stavo bene.
A pensarci mi vengono in mente tanti altri posti. Come il verduraio di corso Regio Parco (in realtà erano marito e moglie, piemontesi, che ricordo gentilissimi), o la latteria. E le prime feste! Qualcuno le ricorda? Si facevano in casa, quando i genitori uscivano, ballando con le luci soffuse e scoprendo anche i primi amori. Quando mi sposai, poi, andammo ad abitare poco più in là, in largo Regio Parco.
Non è facile ripercorrere una parte della mia vita perché i ricordi sono molti e soffermarmi su ogni aneddoto sarebbe troppo lungo. Ora non abito più in quella zona e tutto è cambiato. Ma è come se vivessi sempre lì, è una parte di me. Mi manca quell’abbraccio di un’altra epoca, quando si viveva veramente con poco, senza tristezza di oggi. Adesso ho 63 anni, be’, è passato un po’ di tempo.